Gustavo Uzielli. Ricerche
intorno a Leonardo da Vinci. Firenze, Stabilimento di G. Pellas, 1872, pp.
202-210.
XXV.
Testamento di
Leonardo da Vinci.
[28 Aprile 1519].
Sia manifesto ad ciaschaduna
persona presente et advenire, che nella corte del Re nostro signore in Amboysia
avanti de noy personalmente constituito Messer Leonardo de Vince pictore del
Re, al presente comorante nello locho dìcto du Cloux appresso de Amboysia, el
qual considerando la certezza dela morte e l’incertezza del hora di quella, ha
cognosciuto et confessato nela dicta corte nanzi de noy nela quale se somesso e
somette circa ciò havere facto et ordinato per tenore dela presente il suo
testamento et ordinanza de ultima volontà nel modo qual se seguita. Primeramente
el racomanda l’anima sua ad nostro Signore Messer Domine Dio, alla gloriosa
Virgine Maria, a Monsignore Sancto Michele, e a tutti li beati Angeli Santi e Sante del Paradiso.
Item el dicto Testatore vole
essere seppelito drento la giesia de sancto Fiorentino de Amboysia et suo corpo
essere portato lì per li capellani di quella.
Item che il suo corpo sia
accompagnato dal dicto locho fin nela dicta giesia de sancto Fiorentino per il colegio
de dicta giesia cioè dal Rectore et Priore, o vero dali Vicarii soy et
Capellani della giesia di sancto Dionisio d’Amboysia, etiam li Fratri Minori del
dicto locho, et avante de essere portato il suo corpo nela dicta chiesia, esso
Testatore, vole siano celebrate ne la dicta chiesia di sancto Fiorentino tre grande
messe con diacono et sottodiacono, et il di che se diranno dicte tre grande
messe che se dicano anchora trenta messe basse de Sancto Gregorio.
Item nella dicta chiesia de
Sancto Dionisio simil servitio sia celebrato como di sopra.
Item nella chiesia de dicti
Fratri et religiosi minori simile servitio.
Item el prefato Testatore dona et
concede ad Messer Francesco da Melzo Gentilomo da Milano, per remuneratione de’
servitù ad epso grati a lui facti per il passato, tutti et ciaschaduno li
libri, che il dicto Testatore ha de presente et altri Instrumenti et Portracti circa
l’arte sua et industria de Pictori.
Item epso Testatore dona et
concede a sempre mai perpetuamente a Battista de Vilanis suo servitore la metà
zoè medietà de uno iardino, che ha fora a le mura de Milano et l’altra metà de
epso iardino ad Salay suo servitore nel qual iardino il prefato Salay ha
edificata et constructa una casa, la qual sarà e resterà similmente a sempremai
perpetudine al dicto Salai, soi heredi, et successori, et ciò in remuneratione di
boni et grati servitii, che dicti de Vilanis et Salay dicti suoi servitori lui
hano facto de qui inanzi.
Item epso Testatore dona a
Maturina sua fantescha una veste de bon pan negro foderata de pelle, una socha
de panno et doy ducati per una volta solamente pagati: et ciò in remuneratone
similmente de boni servitii ha lui facta epsa Maturina de qui inanzi.
Item vole che ale sue exequie
siano sexanta torchie le quale seranno portate per sexanta poveri ali quali seranno
dati danari per portarle a discretione del dicto Melzo le quali torzi seranno
divise nelle quattro chiesie sopradicte.
Item el dicto Testatore dona ad
ciascheduna de dicte chiesie sopradicte diece libre cera in candele grosse che
seranno messe nelle diete chiesie per servire al dì che se celebreranno dicti
servitii.
Item che sia dato ali poveri del
ospedale di Dio alli poveri de Sancto Lazaro de Amboysia, et per ciò fare sia
dato et pagato alli Tesorieri depsa confraternita la summa et quantità de
soysante dece soldi tornesi.
Item epso Testatore dona et
concede al dicto Messer Francesco Melce presente et acceptante il resto della
sua pensione et summa de’ danari qual a lui sono debiti del passato fino al dì
della sua morte per il recevoir, ovvero Tesaurario general M. Johan Sapin, et
tutte et ciaschaduna summe de danari che ha receputo dal p.° Sapin de la dicta
sua pensione, e in caxo chel decede inanzi al prefato Melzo, e non altramente
li quali danari sono al presente nella possessione del dicto Testatore nel
dicto loco de Cloux como el dice. Et similmente el dona et concede al dicto de
Melze tucti et ciaschaduni suoi vestimenti quali ha al presente ne lo dicto
loco de Cloux tam per remuneratione de boni et grati servitii, a lui facti da
qui inanzi, che per li suoi salarii vacationi et fatiche chel potrà avere circa
la executione del presente Testamento, il tutto però ale spese del dicto Testatore.
Ordina et vole, che ia summa de
quattrocento scudi del sole che ha in deposito in man del Camarlingo de Sancta
Maria de Nove nela città de Fiorenza siano dati ali soy fratelli carnali
residenti in Fiorenza con el profitto et emolumento che ne po essere debito fino
al presente da prefati Camarlinghi al prefato Testatore per casone de dicti
scudi quattrocento da poi el dì che furono per el prefato Testatore dati et consignati
alli dicti Camarlinghi.
Item vole et ordina dicto
Testatore che dicto Messer Francisco de Melzo sia et remana solo et in sol per
il tutto executore del Testamento del prefato Testatore, et che questo dicto
Testamento sortisca suo pieno et integro eteffecto, et circa ciò che è narrato
et decto havere tenere guardare et observare epso Messer Leonardo de Vince
Testatore constituto ha obbligato et obbliga per le presente epsi soy heredi et
successori con ogni soy beni mobili et immobili presenti et advenire et ha renunciato
et renuncia per le presente expressamente ad tucte et ciaschaduna le cose ad
ciò contrarie. Datum ne lo dicto loco de Cloux ne le presencie de magistro Spirito
Fieri Vicario nela chiesia de Sancto Dionisio de Amboysia, M. Gulielmo Croysant
prete et capellani, Magistro Cipriano Fulchin, Fratre Francesco de Corton et
Francesco da Milano religioso del convento de fratri minori de Amboysia,
testimonii ad ciò ciamati et vocati ad tenire per il iudicio de la dicta Corte,
in presentia del prefato M. Francesco de Melze acceptante et consentiente il
quale ha promesso per fede et sacramento del corpo suo per lui dati
corporalmente ne le mane nostre di non mai fare venire, dire, ne andare in
contrario. Et sigillato a sua requesta dal sigillo regale statuito a li
contracti legali d’Amboysia, et in segno de verità. Dat. A dì XXIII de Aprile
MDXVIII avanti la Pasqua.
Et a dì XXIII depso mese de
Aprile MDXVIII ne la presentia di M. Gulielmo Borian notorio regio ne la corte de
Baliagio d’Amboysia il prefato M. Leonardo de Vince ha donato et concesso per
il suo testamento et ordinanza de ultima voluntà supradicta al dicto M.
Baptista de Vilanis presente et acceptante il dritto de laqua che qdam bone
memorie Re Ludovico XII ultimo defuncto ha alias dato a epso de Milano per
gauderlo per epso De Vilanis a sempre mai in tal modo et orma che el dicto
Signore ne ha facto dono in presentia di M. Francesco da Melzo Gentilhomo de
Milano et io.
Et a dì prefato nel dicto mese de
Aprile ne lo dicto anno MDXVIII epso M. Leonardo de Vinci per il suo testamento
et ordinanza de ultima volunta sopradecta ha donato al prefato M. Baptista de
Vilanis presente et acceptante tutti et ciaschaduni mobili et utensili de caxa
soy de presente ne lo dicto loco du Cloux. In caxo però che el dicto de Vilanis
surviva al prefato M. Leonardo de Vince, in presentia del prefato M. M.
Francesco da Melzo et io Notario etc. Borean.
XXVI.
Lettera di Francesco
Melzi
a Giuliano da Vinci
ed ai suoi fratelli.
(1 Giugno 1510].
Ser Giuliano e fratelli suoi
honorandi.
Credo siate certificati della
morte di Maestro Lionardo fratello vostro, e mio quanto optimo padre, per la
cui morte sarebbe impossibile che io potesse esprimere il dolore che io ho
preso; e in mentre che queste mie membra si sosterranno insieme, io possederò
una perpetua infelicità, e meritamente perchè sviscerato et ardentissimo amore
mi portava giornalmente. È dolto ad ognuno la perdita di tal uomo, quale non è
più in podestà della natura. Adesso Iddio onnipotente gli conceda eterna
quiete. Esso passò dalla presente vita alli 2 di Maggio con tutti li Ordini
della Santa Madre Chiesa, e ben disposto. E perchè esso aveva lettera del
Cristianissimo Re, che potesse testare, e lasciare il suo a chi li paresse; e
sento quod Eredes supplicante sint regnicolae: senza la qual lettera non potea
testare che valesse, che ogni cosa sarebbe stato perso, essendo così quà
costume, cioè di quanto s’appartiene di quà, detto Maestro Lionardo fece
testamento il quale vi avrei mandato se avessi avuto fidata persona. Io aspetto
un mio zio quale vienmi a vedere trasferendo se stesso di poi costì a Milano.
Io glielo darò, ed esso farà buono ricapito non trovando altro in questo mezzo.
Di quanto si contiene circa alle parti vostre in esso testamento [altro non v’
è se non] che detto Maestro Lionardo ha in Santa Maria nuova nelle mani del
Camarlingo segnato, e numerate le carte, 400 scudi di sole, li quali sono a 5
per 100 e alli 16 d’ottobre prossimo, saranno 6 anni passati, e similmente un Podere
a Fiesole, quali vuole sia distribuito infra voi. Altro non contiene circa alle
parti vostre, nec plura, se non che vi offero tutto quello [che] vaglio o
posso, prontissimo e partissimo alle voglie vostre, e di continuo
raccomandandomi. Dato in Ambriosa die primo Junij 1519.
Datemene risposta per i Gondi.
Tanquam fratri vestro
FRANCISCUS MENTIUS.
XXVII.
Estratto
di una procura fatta da Batista de Vilanis
a Girolamo
Melzi.
[29 Agosto
1519].
« Nel 1519 li
29 Agosto in Amboysa il predetto Batista de Vilanis, al presente servitore del
nobil huomo M. Francesco da Melzo gentilhomo di Milano pensionario del Re
nostro Signore nomena e constituisce etc. il nobil homo et Magnifico M. Hieronymo
de Melzo Gentilhomo residente in Milano suo certo nunzio e gli dà piena
autorità et mandamento di pigliare possessione de la suddetta medietà del
jardino lasciatogli da Leonardo de Vince e di poter dividere et partire la
detta medietà con M. Salay ratificando la divisione che sarà da lui fatta ec., anzi
gli dà autorità di poter venderla, alienare ec. a quel prezzo a lui parerà ec.
ratificando ec. e dando qualunque facoltà e pegno. »