Fuori uno, dentro l’altro si diceva un tempo, quando Milano era
popolata dai milanesi. Fuori dalla Casa degli Atellani e dentro alle Stelline,
la porta accanto. Il quadrato corridoio con vista sul prato centrale oggi ospita
decine di banchetti affittati ai venditori di una promessa di lavoro ai giovani
laureati - e questi ultimi sono tanti, ognuno in fila davanti al banchetto col
logo prescelto. Personalmente, per raggiunti limiti d’età, ho altre ragioni per
farmi largo tra questi giovani speranzosi: sul lato del quadrato che fronteggia
l’ingresso vi è la porta a vetri che immette in un ombreggiato prato - e qui è (forse)
possibile calpestare i pochi metri quadrati di quella che un tempo fu la Vigna
di Leonardo da Vinci. Un argomento, questo, da me trattato con immagini,
cartografia e documenti originali proprio su questo blog e poi riuniti in una monografia - e quindi ancora una volta dico che non mi ripeterò.
Conosco la strada, quindi tiro dritto
verso la mia meta. Giro la maniglia, lo porta a vetri si apre ...e rieccomi all’ombra
degli alberi con vista sui condomini che hanno sostituito i vitigni. Il luogo è
deserto e indisturbato ne faccio il periplo, scattando un nuove fotografie.
Da buon appartenente al regno animale, prima di uscire decido di marcare il territorio. La ritirata è claustrofobica, le pareti affittate a un produttore di moderna tecnologia per reclamizzare il suo prodotto. Aveva ragioni da vendere il compianto Piero Manzoni: se la proponi a caro prezzo, vendi anche la merda. Lui l’ha fatto, con suc...cesso.
Ritornato in Corso Magenta, subito l'occhio è attratto da una luccicante piastrella infissa nel marciapiede, memoria del nefasto tempo che fu - e che temo sarà (ma lo è già).
Ritornato in Corso Magenta, subito l'occhio è attratto da una luccicante piastrella infissa nel marciapiede, memoria del nefasto tempo che fu - e che temo sarà (ma lo è già).
LE FOTOGRAFIE DI
GIANCARLO MAURI
4 aprile 2017