martedì 29 agosto 2017

1906 - RICCI. La copia del «Cenacolo» fatta da Alessandro Araldi

Corrado Ricci. La copia del «Cenacolo» fatta da Alessandro Araldi [in] Raccolta Vinciana, presso l’Archivio Storico del Comune di Milano, Castello Sforzesco. Fascicolo II, Luglio 1905-Luglio 1906, pp. 72-73.


Non è una bella copia, ma è una delle più antiche, eseguita certo quando Leonardo viveva ancora. È perciò importante, anche senza considerare che è importante ogni vecchio documento grafico o archivistico che riguardi quel capolavoro, come ogni antico cenno che riguardi la Divina Commedia.
Nato in un tempo in cui fiorivano rigogliose diverse scuole, Alessandro Araldi, assimilatore senza forte ingegno, levò qualcosa da tutte. Nelle sue pitture troviamo infatti motivi tolti dal Pintoricchio, dal Mantegna, da Raffaello, dal Costa, dal Francia.
L’opera gloriosa di Leonardo non poteva quindi sfuggire alla sua «buona volontà» d’assimilarsi le forme nuove che l’arte andava conquistando: di tenersi, come oggi si dice, al corrente. E copiò il Cenacolo.
Nato intorno al 1460, l’Araldi non era più giovine di Leonardo che di sette od otto anni circa; correva quindi verso la quarantina quando questi compì la maravigliosa pittura del Refettorio delle Grazie.
La copia dell’Araldi, eseguita forse intorno al 1514, e rimasta sempre in Parma, fu dapprima di tal Filippo Porzioli, poi della Compagnia dei Ss. Cosma e Damiano e finalmente della R. Galleria dell’Accademia, cui detta Compagnia la vendette nel 1841. Ora si trova esposta in quella delle stanze di S. Paolo, che ha la volta decorata dall’Araldi stesso.
Nell’Archivio della Compagnia dei Ss. Cosma e Damiano è però rimasto il seguente ricordo: «A dì 8 aprile 1530, Messer Filippo Porzioli ha donato alla Compagnia il Cenacolo del nostro Signore, il quale fece M. Alessandro Araldi, e la Compagnia ordinò che si dicesse ogni anno in perpetuo un uffizio di messe».
Noto, infine, che questo dipinto del modesto pittore parmigiano, non è stato, prima d’ora, mai pubblicato; anzi, credo, nemmeno fotografato.

Corrado Ricci.






1 commento:

  1. Per Leonardo da Vinci la Gioconda, vista annualmente da milioni di visitatori al Louvre, potrebbe essere un’ultima Madonna che apparirà in tempi apocalittici, (Madonna di Medjugorje?), senza il Bambino con sé, contrariamente alle molte Madonne da lui precedentemente dipinte. Monna Lisa è la Madonna che precede il Giudizio Universale, di Michelangelo e quello finale ad opera del Figlio. Michelangelo Buonarroti, nella somiglianza tra il Cristo Giudice del Giudizio Universale e la figura di Aman della volta nella Cappella Sistina, persecutore biblico degli ebrei, avrebbe indicato la futura somiglianza apparente tra Gesù è l’Anticristo, come aveva scritto nei primi secoli il Padre della Chiesa Sant’Ippolito di Roma. Cfr. ebook/kindle L'Apocalisse secondo Leonardo e Michelangelo.

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