venerdì 1 settembre 2017

1907 - HOERTH. Das Abendmahl des Leonardo da Vinci (recensione)

Hoerth Otto. Das Abendmahl des Leonardo da Vinci. Ein Beitrag zur Frage seiner Kunstlerischen Rekonstruktion. Mit 25 Abbildungen in Lichtdruck und 23 Tafeln. Leipzig, Hiersemann, 1908, 8° gr. pag. 250.

Il dipinto di Leonardo in S. Maria delle Grazie è per noi la rappresentazione tipica dell’ultima Cena di Cristo. Ma a questo alto significato contraddicono le rovinose condizioni attuali dell’originale; noi non abbiamo potuto fin ora figurarci la concezione leonardesca se non attraverso mediocri copie. Per apprezzarla nell’originaria bellezza, perché il rispetto al capolavoro vieta oggi di restaurarlo e completarlo, non v’ è altro mezzo che, mediante uno studio critico e sistematico del dipinto e di tutti gli elementi che possono facilitare l’impresa, riunire il materiale sufficiente per la creazione d’una copia tipica la quale renda la Cena nello stato in cui la lasciò Leonardo quando vi diè l’ultimo tocco di pennello. Buona parte del volume è consacrata a confutare la teoria dello Strzygowski. (V. sotto questo nome). Fra gli elementi più importanti per questa ricostruzione critica sono le teste degli Apostoli costituenti la serie acquistata nel 1892 dal museo civico di Strasburgo, la qual serie l’Autore dimostra autentica. L’Hoerth vuole con questo libro sostituire alle solite descrizioni soggettive esame metodico e pone la conoscenza della genesi e del contenuto della famosa composizione sopra un fondamento nuovo. L’ opera meriterebbe un’analisi più ampia da parte di uno specialista. (Cfr. «Burlington Magazine» luglio 1908).
L’elegante volume è adorno di splendide tavole. Riproduce: il Cenacolo allo stato attuale, l’incisione di Morghen e quella del Frey, la copia di Cesare Magno alle Grazie e quella di Ponte Capriasca; disegni con studi per la Cena a Windsor, al Louvre, all’Accademia di Venezia e per l’Adorazione al Louvre, agli Uffici, a Parigi nella Collezione Walton; studi per il Bartolomeo e per il Giuda a Windsor, per Pietro e Giuda all’Ambrosiana, il pastello di Brera, il Cristo e le sei teste della serie di Strasburgo e quattro teste della collezione di Weimar.

Raccolta Vinciana, fascicolo IV, 1907-1908, p. 20