sabato 24 maggio 2014

1892 - FREY. Il Codice Magliabechiano cl. XVII. 17


Lionardo da Vincj.

Lionardo da Vincj, cittadino Fiorentino, quantunque (non) fussj legittimo figliuolo di ser Piero da Vincj, era per madre nato di bon sangue. Fu tanto raro et universale, che dalla natura per suo miracolo essere produtto dire si puote; laquale non solo delle bellezze del corpo, che molto bene gli concedette, volse dotarlo, ma di molte rare virtu volse anchora farlo maestro. Assaj valse in matematica et in prospettiva non meno et opero di scultura et in disegno passo di gran lungha tuttj li altrj. Hebbe bellissime inventionj, ma non molto colorj le cose (ma non colorj molte cose?), perche maj a se medesimo satisfaceva, et pero tante rare si trovono le sue opere. Fu eloquente nel parlare et raro sonatore di lira et fu maestro di quella d’Atalante Migliorottj. Attese et dilettossj de semplicj et fu valentissimo in tirar jet in edifizij d’acqua et d’altrj ghiribizj ne maj con l’animo suo si quietava, ma sempre cose nuove con l’ingegno fabricava.
Stette da giovane col Magnifico Lorenzo de Medicj; et dandolj provisione per se il faceva lavorare nel giardino sulla piaza di San Marcho dj Firenze. Et haveva 30 annj, che’l dal detto Magnifico Lorenzo fu mandato al duca di Milano insieme con Atalante Migliorottj a presentarlj una lira, che unico era in sonare tale extrumento. Torno dipoi in Firenze, dove stette piu tempo; et dipoi o per indignatione che fi fussi o per altra causa, in mentre che lavorava nella sala del Consiglio de Signorj, si part jet tornossene in Mailano, dove al servitio del duca stette piu annj. Et dipoi stette col duca Valentino et anchora poi in Francia in piu luoghi. Et tornossene in Milano. Et in mentre che lavorava il cavallo per gittarlo in bronzo, per revolutione dello stato torno a Firenze et per 6 - mesj si torno in casa Giovan Francesco Rustichj scultore nella via de Martellj. Et tornossene a Milano et dipoi in Francia al servitio del re Francescho, dove porto assaj de sua disegnj, dequalj anchora ne lascio in Firenze nell’ spedale di Santa Maria Nuova con altre masseritie et la maggior parte del cartone della sala del Consiglio, del quale il disegno del gruppo de cavallj, che hoggi in opera si vede, rimase in palazo. Et morse presso a Ambrosia, citta di Francia, d’eta d’annj 72 a un suo luogho, chiamato Cloux, dove haveva fatto le sue habitationj. Et lascio per testamento a messer Francesco de Melzio, gentile homo Milanese, tuttj i danarj con tuttj pannj, librj, scritture, disegni et instrumentj et ritrattj circha la pittura et arte et industria sua, che quivj si trovava, et fecelo executore del suo testamento. Et lasci a Batista de Villanj suo servitore la meta di un suo giardino, che haveva fuorj di Milano, et l’altra meta a Salaj suo discepolo. Et lascio 400 scudi a sua fratellj, che haveva in deposito in Firenze nello spedale di Santa Maria Nuova, dove doppo la sua morte da loro non fu trovato più di 300 scudi.
Hebbe piu discepolj, tra quali Salj Milanese, Zeroastro de Peretola, il riccio Fiorentino dalla porta alla † (Croce), Ferrando Spagnuolo, mentre lavorava la sala in palazo de Signori.
Ritrasse in Firenze dal naturale la Ginevra d’Amerigho Bencj, laquale tanto bene fini, che non il ritratto, ma la propria Ginevra pareva.
Fece una tavola di una Nostra Donna, cosa excellentissima.
Dipinse anchora un San Giovannj.
Ritrasse dal naturale Piero Francesco del Giocondo.
Dipinse a …… una testa di Megera con mirabilj et rarj agrappamentj di serpi, hoggi in guardaroba dello illustrissimo et excellentissimo signor duca Cosimo de Medicj.
Fece per dipingere nella sala grande del Consiglio del palazo di Firenze il cartone della guerra de Fiorentinj, quando ruppono a Anghiarj Niccholo Picci(ni)no, capitano del duca Filippo di Milano, ilquale comincio a mettere in opera in detto luogho, come anchora hoggi si vede, et con vernice.
Comincio a dipingere 1a tavola del detto palazo, laquale dipoi in sul suo disegno fu finita per Filippo di fra Filippo.
Dipinse una tavola d’altare al signor Lodovico di Milano, che per intendentj, che l’han vista, s’è detto essere delle più belle et rare cose che in pittura si vegghino, laquale dal detto signore fu mandata nella Magna allo imperatore.
Dipinse anchora in Milano uno cenaculo, cosa excellentissima.
Et in Milano similmente fece uno cavallo di smjsurata grandezza, suvj il duca Francesco Sforza, cosa bellissima, per gittarlo in bronzo, ma universalmente fu giudicato essere impossibile, et maximo perche si diceva, volerlo gittare di uno pezzo; laquale opera non hebbe perfectione.


Fece infinitj disegnj, cose maravigliose, et infra li altrj una Nostra Donna et una Santa Anna, ch’ando in Francia, et piu notomie, lequali ritraeva nello spedale di Santa Maria Nuova in Firenze.

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