Lionardo da Vincj.
Lionardo
da Vincj, cittadino Fiorentino, quantunque (non)
fussj legittimo figliuolo di ser Piero da Vincj, era per madre nato di bon
sangue. Fu tanto raro et universale, che dalla natura per suo miracolo essere
produtto dire si puote; laquale non solo delle bellezze del corpo, che molto
bene gli concedette, volse dotarlo, ma di molte rare virtu volse anchora farlo
maestro. Assaj valse in matematica et in prospettiva non meno et opero di
scultura et in disegno passo di gran lungha tuttj li altrj. Hebbe bellissime
inventionj, ma non molto colorj le cose (ma
non colorj molte cose?), perche maj a se medesimo satisfaceva, et pero
tante rare si trovono le sue opere. Fu eloquente nel parlare et raro sonatore
di lira et fu maestro di quella d’Atalante Migliorottj. Attese et dilettossj de
semplicj et fu valentissimo in tirar jet in edifizij d’acqua et d’altrj
ghiribizj ne maj con l’animo suo si quietava, ma sempre cose nuove con
l’ingegno fabricava.
Stette da giovane col Magnifico Lorenzo de Medicj; et dandolj
provisione per se il faceva lavorare nel giardino sulla piaza di San Marcho dj
Firenze. Et haveva 30 annj, che’l dal detto Magnifico Lorenzo fu mandato al
duca di Milano insieme con Atalante Migliorottj a presentarlj una lira, che
unico era in sonare tale extrumento. Torno dipoi in Firenze, dove stette piu
tempo; et dipoi o per indignatione che fi fussi o per altra causa, in mentre
che lavorava nella sala del Consiglio de Signorj, si part jet tornossene in
Mailano, dove al servitio del duca stette piu annj. Et dipoi stette col duca
Valentino et anchora poi in Francia in piu luoghi. Et tornossene in Milano. Et
in mentre che lavorava il cavallo per gittarlo in bronzo, per revolutione dello
stato torno a Firenze et per 6 - mesj si torno in casa Giovan Francesco
Rustichj scultore nella via de Martellj. Et tornossene a Milano et dipoi in
Francia al servitio del re Francescho, dove porto assaj de sua disegnj, dequalj
anchora ne lascio in Firenze nell’ spedale di Santa Maria Nuova con altre
masseritie et la maggior parte del cartone della sala del Consiglio, del quale
il disegno del gruppo de cavallj, che hoggi in opera si vede, rimase in palazo.
Et morse presso a Ambrosia, citta di Francia, d’eta d’annj 72 a un suo luogho,
chiamato Cloux, dove haveva fatto le sue habitationj. Et lascio per testamento
a messer Francesco de Melzio, gentile homo Milanese, tuttj i danarj con tuttj
pannj, librj, scritture, disegni et instrumentj et ritrattj circha la pittura
et arte et industria sua, che quivj si trovava, et fecelo executore del suo
testamento. Et lasci a Batista de Villanj suo servitore la meta di un suo
giardino, che haveva fuorj di Milano, et l’altra meta a Salaj suo discepolo. Et
lascio 400 scudi a sua fratellj, che haveva in deposito in Firenze nello
spedale di Santa Maria Nuova, dove doppo la sua morte da loro non fu trovato
più di 300 scudi.
Hebbe piu discepolj, tra quali Salj Milanese, Zeroastro de
Peretola, il riccio Fiorentino dalla porta alla † (Croce), Ferrando Spagnuolo,
mentre lavorava la sala in palazo de Signori.
Ritrasse in
Firenze dal naturale la Ginevra d’Amerigho Bencj, laquale tanto bene fini, che
non il ritratto, ma la propria Ginevra pareva.
Fece una tavola
di una Nostra Donna, cosa excellentissima.
Dipinse anchora
un San Giovannj.
Ritrasse dal
naturale Piero Francesco del Giocondo.
Dipinse a ……
una testa di Megera con mirabilj et rarj agrappamentj di serpi, hoggi in
guardaroba dello illustrissimo et excellentissimo signor duca Cosimo de Medicj.
Fece per dipingere nella sala grande del Consiglio del palazo di
Firenze il cartone della guerra de Fiorentinj, quando ruppono a Anghiarj
Niccholo Picci(ni)no, capitano del
duca Filippo di Milano, ilquale comincio a mettere in opera in detto luogho,
come anchora hoggi si vede, et con vernice.
Comincio a dipingere 1a tavola del detto palazo,
laquale dipoi in sul suo disegno fu finita per Filippo di fra Filippo.
Dipinse una tavola d’altare al signor Lodovico di Milano, che per
intendentj, che l’han vista, s’è detto essere delle più belle et rare cose che
in pittura si vegghino, laquale dal detto signore fu mandata nella Magna allo
imperatore.
Dipinse anchora in Milano uno cenaculo, cosa excellentissima.
Et in Milano similmente fece uno cavallo di smjsurata grandezza,
suvj il duca Francesco Sforza, cosa bellissima, per gittarlo in bronzo, ma
universalmente fu giudicato essere impossibile, et maximo perche si diceva,
volerlo gittare di uno pezzo; laquale opera non hebbe perfectione.
Fece infinitj disegnj, cose maravigliose, et infra li altrj una
Nostra Donna et una Santa Anna, ch’ando in Francia, et piu notomie, lequali
ritraeva nello spedale di Santa Maria Nuova in Firenze.
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